Da Via Tribunali a Forcella :Chiesa di Santa Maria del Rifugio, Cappella Del Monte dei Poveri E Chiesa di S. Eligio dei Chiavettieri

Da Via Tribunali a Forcella :La Chiesa di Santa Maria del Rifugio, il Monte dei Poveri e S. Eligio dei Chiavettieri. 


Il Decumano Maggiore o Via Tribunali è un'arteria viaria del centro storico della città di Napoli e insieme a Via San Biagio dei Librai (Decumano inferiore) e Via dell' Anticaglia (Decumano Superiore) é una delle principali strade del centro antico della città di impianto greco. Oggi Via Tribunali è una delle strade turistiche principali  della città, è stata dichiarata Patrimonio UNESCO nel 1995. Il decumano superiore inizia da Port'Alba e Piazza Bellini dove si incontrano le mura greche e termina a Castel Capuano. Nel XVI secolo per volere di Don Pedro de Toledo, il Castel Capuano divenne sede del tribunale della città, da allora la strada fu chiamata "Dei Tribunali". Da Via Tribunali si giunge al vicino quartiere di Forcella, di antichissima origine e già sede con gli alessandrini, della Scuola Pitagorica. In epoca romana in questa area erano celebrati i Sabastà, una sorta di giochi olimpici eseguiti in onore di Augusto. Chiamato così per la caratteristica forma simile ad una forcella.

Negli anni scorsi il quartiere purtroppo più che essere noto per la sua storia e i suoi monumenti, lo era per le varie stragi di Camorra. 







Chiesa di Santa Maria del Rifugio 





Su Via Tribunali arrivando un po' più avanti dell'Ospedale della Pace si incontra la chiesa di Santa Maria del Rifugio. La chiesa era già annessa ad un conservatorio che accoglieva ragazze non più vergini per sottrarle alla prostituzione. Un' istituzione del genere a Napoli non era ancora presente  nella seconda parte del XVI secolo.  Il complesso fu eretto nel 1480 come Palazzo Orsini. Padre Alessandro Borla, provvide a queste ragazze, grazie all'appoggio di Costanza del Carretto Doria, principessa di Sulmona, una delle donne più note in città per le sue opere caritatevoli e benefattrice dei Teatini e di altre fondazioni ecclesiastiche della città. Nel 1585 comprò Palazzo Orsini,in cui fu adattato il conservatorio e successivamente spostato a Via Tribunali. Dell'edificio rimane il portale in marmo del 1471 con gli stemmi degli Orsini sui pennacchi. La chiesa fu sistemata nel cortile del palazzo, la navata e gli archi delle sei cappelle conservano tracce evidenti dell'adattamento. Particolare è il disegno del soffitto che ha al centro una tela con una Madonna e un Bambino e intorno Angeli e Storie della Vita di Maria inseriti nei lacunari di forma circolare, stellare e poligonale. I dipinti risalgono al secondo 600. Di notevole qualità è il ritratto di Margherita Gentile, nella seconda cappella a sinistra di fronte quello del marito Domenico Sorrentino. Entrambi attribuiti a Pietro Ghetti che nel 1746 eseguí la decorazione marmorea della cappella. In sagrestia un lavabo del 1616, attribuito al Fanzago. 






Cappella del Monte dei Poveri 


Sempre su Via Tribunali, in fondo al cortile del Banco dei Poveri ora Archivio Storico del Banco di Napoli, c'è la Cappella del Monte dei Poveri, attualmente chiusa, deliberata nel 1669 per sostituire un oratorio più modesto. 


Interno della cappella del Monte dei Poveri


Secondo il Celano fu disegnato dal nobile Giuseppe Caramanico, ignorato dai documenti che invece menzionano l'ingenere Onofrio Tango, come direttore dei lavori nel 1670. La cappella, a navata unica, è preceduta da un atrio in cui si trovano le statue in marmo di San Tommaso, San Gennaro,  San Severo e S. Antonio da Padova scolpite nel 1618 dal D'Auria e una Sacra Famiglia di Giovanni Antonio D' Amato. Nella volta della  cappella nel 1672, Luca Giordano eseguí un'Immacolata, dipinto molto rovinato e l' anno successivo sull' altare fu dipinta la Circoncisione sempre dello stesso autore, nel 1685 - 86  un ' Annunciazione e una Natività del Solimena. Di particolare interesse è l' intaglio dell'organo eseguito dal Di Gennaro nel 1686, di gusto barocco. Il pavimento del presbiterio e la balaustra furono disegnati nel 1745 da Domenico Antonio Vaccaro. L' altare  fu eseguita nel 1707 su disegno del Barba e gli angeli scolpiti da Paolo Persico. Proseguendo per Vico San Biagio dei Caserti si arriva nel quartiere di Forcella. Proseguendo per via Forcella si arriva a Via Sersale nei pressi della nota  pizzeria da Michele, dove c' è la chiesa di S. Eligio dei Chiavettieri, attualmente sede della Congrega del Salvatore e di Santa Maria Materdei.


Chiesa di S. Eligio dei Chiavettieri 



 Di antica fondazione, risalente al periodo svevo, verso la fine del XV secolo fu concessa prima alla corporazione degli spadari e poi a quella dei chiavettieri che la dedicarono a S. Eligio e vi restarono fino al 1624. A navata unica e risalente al periodo di Carlo I,  venuto fuori con i lavori di restauro per i danni causati dai bombardamenti del 1943. Durante il regno di Carlo I, la chiesa fu rifatta per volere delle famiglie del Sedile di Forcella che vollero dedicarla a S. Agrippino, vescovo di Napoli del II secolo e nativo della zona. A navata unica che si conclude con un'abside poligonale con finestre ad ogiva. Nel 1615  la contessa di Lemos, moglie dell'allora viceré, la donò ai Basiliani del monastero adiacente che vi rimasero fino al Decennio Francese. Il monastero fu poi trasformato in abitazione privata, mentre la chiesa nel 1758 fu rifatta in stile barocco dal Tagliacozzi Canale e accolse la parrocchia di Santa Maria a Piazza. La facciata su Via S. Agostino della Zecca ha un rivestimento in piperno nella parte del basamento e tufo nella parte superiore. Il portale in marmo, risale al restauro eseguito durante il regno di Ferrante I, con decorazione a candelabra, delle lesene sul piedistallo, forse primo esempio del genere a Napoli, attribuito dal Pane ad un maestro della scuola di Donatello. Il fregio ha le insegne del Sedile di Forcella, I battenti con lo stemma aragonese e i busti dei santi, sono conservati al Museo di San Martino. 


M. G. Pirozzi

A.Cirillo


C. Celano, a cura di G. Battista Charini. Notizie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli. Edizioni dell'Anticaglia, Napoli 1860. 


R. Ruotolo, In Napoli Sacra . Guida alle chiese della città. Elio de Rosà Editore, Napoli 2010, pp 41-43, pp 48-49