San Giacomo Dei Capri

Via San Giacomo dei Capri e  Chiesa di S. Maria del Soccorso all'Arenella. 



Via San Giacomo dei Capri è una strada di Napoli che collega il Rione Alto al Vomero. Sull'origine del nome di questa strada ci sono varie ipotesi. La prima è quello di Gino Doria che sosteneva che il nome derivasse dalla presenza in passato di un pascolo di capre data l'origine agreste del luogo e dalla presenza di un'edicola votiva dedicata a San Giacomo . Romualdo Marrone invece sosteneva che l'origine del nome derivasse dal fatto che questo luogo era di proprietà dei monaci della Certosa di San Giacomo dei Capri che successivamente alienarono ad altri proprietari nel corso dei secoli. La zona tra il XVIII e il XIX secolo fu occupata da case di villeggiatura della nobiltà napoletana,oggi di queste dimore sono rimaste pochissime tracce, si può ancora vedere Villa Valentino e la Cappella Marsiglia. L'Infusino invece aggiunge che l'origine del nome del luogo potrebbe essere la fusione sia dall'ipotesi fatta dal Doria sia quella del Marrone. Forse la strade si chiama così perché nacque come proprietà dei monaci della Certosa di San Giacomo dei Capri ma anche la zona era un luogo di pastorizia delle capre. Fino agli anni 50 del 900 ci fu una tradizione legata a questo luogo la "Pasquetta al Rione Alto". Molti napoletani dal centro di Napoli, il giorno della Pasquetta, avevano l'abitudine di recarsi in questi luoghi per godere della salubrità dell'aria di questa zona. 



Via San Giacomo dei Capri 




Scendendo da Via San Giacomo dei Capri si giunge all'Arenella dove si trova la chiesa di Santa Maria del Soccorso.La Chiesa di Santa Maria del Soccorso all’Arenella si trova in Via Eduardo Massari.





Chiesa di Santa Maria del Soccorso all’Arenella 


L’edificio venne costruito nel 1607, ma nulla rimane dell’aspetto originario a causa delle modifiche effettuate durante restauri successivi. Nel 700′, infatti, venne rifatta la facciata, il vestibolo e le decorazioni in stucco della volta e delle cappelle, mentre agli anni 60 del Novecento risalgono l’abside e il rivestimento marmoreo della navata.

All’interno, uno degli elementi di maggior spicco è l’affresco settecentesco posto sulla controfacciata, opera anonima raffigurante Santa Monica e Sant’Agostino.

Ai lati della navata centrale si aprono due cappelle: quella di sinistra custodisce un fonte battesimale in marmi commessi del XVIII secolo, un altare e una cona in stucco del XVIII secolo, due statue in legno policromo raffiguranti rispettivamente Cristo e San Giuseppe col Bambino, un dipinto di Salvatore Mollo con Tobia e l’angelo, due tele raffiguranti la Fuga in Egitto e lo Sposalizio della Vergine e, infine, un dipinto del XVIII secolo raffigurante la Crocifissione; nella cappella destra, invece, traviamo un dipinto di Raffaele Spanò raffigurante la Madonna tra le anime purganti (1892), l’altare con cona in stucco del Settecento che custodisce la Madonna col Bambino e, infine, una statua in legno policromo raffigurante San Francesco. Nel vestibolo troviamo un crocifisso il legno e due acquasantiere del Settecento. L’altare maggiore, invece, il cui ciborio è murato nella parete di fondo è realizzato in marmi policromi nel Settecento ed è frutto dello smembramento dell’originale in seguito al Concilio Vaticano Secondo.