LA BONAFFICIATA

Via Bonafficiata Vecchia:La via del gioco del lotto. 


La Bonafficiata era l'equivalente dialettale del lotto, ne deriva anche il modo di dire"Puozze piglia na bonafficiata",usato per augurare buona fortuna. Alcuni credevano derivasse dall'aggettivo "buona" e dal sostantivo "officiata" in cui era riconosciuto l'equivalente del lotto o di vincita del lotto. Il termine "bonafficiata" deriva da "beneficiata", indicando la vincitrice di una lotteria speciale che si teneva a Napoli per sorteggiare periodicamente delle ragazze povere per darle una dote in denaro(25 ducati) affinché potessero sposarsi. A Napoli si trova ancora una strada dedicata alla bonafficiata, Via Bonafficiata Vecchia, nei pressi della Pignasecca. 



Via Bonafficiata Vecchia 




Via Bonafficiata Vecchia 


Il gioco del lotto non nacque a Napoli bensì a Genova nel 1576 . Usato per eleggere otto senatori, per tale motivo è stato chiamato così. Il sistema funzionava così :Si mettevano nell'urna 120 nomi di notabili tra o quali i primi cinque estratti a sorte che dovevano ricoprire incarichi al Senato e al Consiglio dei Procuratori della Repubblica. Successivamente i nomi divennero novanta e furono contraddistinti da un numero. Le scommesse non erano fatte solo un numero ma anche su più numeri,nacque così l'estrazione del lotto. A Napoli il lotto si diffuse dal 1672,dalle lotterie private di passó alle lotterie dello Stato cioè al "lotto". Nel 1734 Carlo III di Borbone voleva ufficializzare il gioco del lotto. Questo infatti era praticato dal popolo clandestinamente impoverendo così le casse del Regno. A questa idea si oppose il frate domenicano Gregorio Maria Rocco. Secondo il frate non era giusto introdurre un "così ingannevole ed amorevole diletto in un paese in cui si cercava sempre di rispettare gli insegnamenti cattolici". Il re, facendo presente che il lotto se giocato di nascosto sarebbe stato più pericoloso per le tasche del regno, riuscì a convincere il frate a patto che il lotto non fosse praticato  durante la settimana di Natale. In quei giorni il gioco avrebbe distratto il popolo dalle preghiere. Il popolo però pensó di organizzarsi per conto proprio. I novanta numeri del lotto furono messi nei "panarielli" di vimini e per divertirsi in attesa della mezzanotte ciascun membro della famiglia provvide a disegnare numeri sulle cartelle. Si trasformó cosi un gioco pubblico in un gioco familiare, che prese il nome di tombola. Il nome deriva dalla forma cilindrica del numero impresso sul legno e dal panariello che aveva la forma del tombolo.