La Maledizione della Gaiola.

La maledizione della Gaiola


La Gaiola è un isolotto del Golfo di Napoli il cui nome significa "Piccola Grotta". Sulle sue sponde si trova la villa di Publio Vedio Pollione la cui storia è legata ad una terribile maledizione. Durante l'impero romano qui visse Publio Vedio Pollione un liberto di cui però si hanno poche notizie. Questi fece costruire qui la sua villa dove allevava murene. Nelle vicinanze della villa vi era la scuola di magia di Virgilio e secondo una leggenda proprio da un allievo di questa scuola fu lanciata una terribile  maledizione che colpí l'isolotto e chiunque vi dimorasse. 


L'isolotto della Gaiola 


Con la decadenza dell'impero romano la villa fu abbandonata e per secoli non si seppe più nulla. Nel 1820 iniziarono le campagne di scavo promosse da Guglielmo Bechi che riportarono alla luce l'antica villa romana di Pollione che la  scelse anche come residenza. Alla morte del Bechi, nel 1871, la villa fu venduta dalla figlia a Luigi de Negri, uomo d'affari che scelse la villa come sede della sua società di pescicoltura. In poco tempo la società fallí costringendo de Negri a vendere la proprietà. 


La villa di Publio Vedio Pollione. 


La villa fu comprata dal marchese del Tufo che nel fare dei lavori di ristrutturazione provocò dei danni archeologici gravissimi ed inestimabili. Nel 1926 la villa era collegata con la terraferma tramite una teleferica. In una notte di tempesta il cavo della teleferica si spezzó causando la morte di Elena Von Brish che fu inghiottita dal mare sparendo nel nulla. Questo avvenimento sconvolse moltissimo Hans Praun e Otto Grumbach che ospitavano la donna, tanto che una volta rientrati in Germania si suicidarono. In poco tempo l'isola fu riconosciuta come "Jellata". Una spiegazione a tutti questi eventi nefasti ci sarebbe . Nel 1910, la villa fu comprata dal senatore Giuseppe Paratore e come tutte le estati qui era ospite il nipote Augusto Segre. Un giorno mentre questi stava riordinando una libreria della villa, scoprì una tela dietro cui era nascosto un affresco raffigurante una testa di Medusa. 


L'isolotto della Gaiola 


Il senatore convinto che quell'affresco portasse sfortuna lo fece nascondere dietro una parete. L'affresco risaliva al II - III secolo d. C. Sia i Greci che i Romani erano soliti raffigurare testa tagliata di Medusa per proteggersi dai nemici. Forse la spiegazione di tutte questi fatti nefasti accaduti ai vari proprietari della villa nel corso dei secoli è proprio il fatto che l'affresco fu murato perdendo così la sua funzione di protezione dai nemici e dalla sventura. 



Maria Grazia Pirozzi