Da Vico Cinquesanti a Porta San Gennaro

Da Vico Cinquesanti a Porta San Gennaro 





Vico Cinquesanti, che collega via Tribunali e via Anticaglia nel cuore del Centro Storico, famoso per tagliare di netto il nascosto teatro romano di Neapolis, deve il suo particolare nome ad uno strano caso storico: due santi, due beati ed un venerabile vi abitarono.


Secondo la ricostruzione di Giovanni Vitiello per “DettiNapoletani”, il primo ad inaugurare questa tradizione fu San Gaetano da Thiene, il prete Vicentino che nel 1527 fondò l’ordine dei Chierici Regolari Teatini. Nel 1533 il santo si trasferì a Napoli dove il viceré Pedro de Toledo consegnò al nuovo ordine sacerdotale la basilica San Paolo Maggiore. 

Da allora i teatini si affermarono in tutta la città e in vico Cinquesanti sorsero abitazioni per ospitare gli esponenti più importanti del culto, primo fra tutti San Gaetano. Teatino ed amico del santo, anche il Beato Giovanni Marinoni abitò in una di queste strutture: oggi le sue spoglie riposano insieme a quelle di San Gaetano nella basilica di San Paolo.


Sant’Andrea Avellino, potentino, fu allievo di Marinoni e nel 1556 si unì ai teatini napoletani andando a vivere nel vicolo. Al tempo era famoso per le sue innate doti nella risoluzione dei conflitti e nella mediazione che gli valsero anche la santificazione dopo la morte.


Allievo del beato fu anche il venerabile Giacomo Torno, anche lui alloggiato nella zona. Il Beato Paolo Burali d’Arezzo, invece, abitò ben poco ai Cinquesanti. Di nobili natali, venne nominato cardinale e dopo anni trascorsi a Roma venne a Napoli nel 1576. Gravemente malato abbandonò il vicolo dei teatini dopo soli due anni per recarsi nella salubre Torre del Greco, ma vi morì.


Vico Cinquesanti 


Salendo per Vico Cinquesanti si arriva a Vico Limonciello dove si incontra la chiesa di San Gennaro Spogliamorti. La chiesa fu fondata nell'VIII secolo su iniziativa del duca di Napoli Sergio I. Nel Medioevo fu inglobata nel quartiere ebreo della città detto la "Giudecca" e qui i defunti venivano spogliati dei loro averi che poi venivano venduti al mercato degli ebrei, da qui il nome della chiesa. Nel XVI secolo divenne rettoria e nel 1581 il rettore Ottavio Vulcano la cedette alla Congrega di Santa Maria degli Angeli che la  ristrutturó dopo il 1607. A metà del XX secolo a questa Congrega fu accorpata quella di San Giovanni Battista che fu fondata nel 1485 nella chiesa di San Giovanni a Mare. La chiesa fu poi abbandonata e oggi ospita un locale pubblico. Al suo interno vi erano intarsi lignei del XV secolo, una tela di Marco Pino e un'altra di Domenico Antonio Vaccaro. 


Chiesa di San Gennaro Spogliamorti


Da Vico Limonciello si arriva a Via della Consolazione dove si trova l'ex convento di Santa Maria della Consolazione. La chiesa e il convento furono fondati nel XVI secolo, nella seconda metà del XVII secolo l'edificio fu rimaneggiato dal Guglielmelli. Nel XIX secolo il convento fu soppresso e ceduto agli Incurabili. La facciata è molto semplice, ha un ordine di lesene ioniche che incorniciano il portale in stucco sormontato da un medaglione sorretto da due angeli. L'interno fu progettato dal Guglielmelli e aiuti ed era decorato in stucco con lesene corinzie che delimitano le piccole nicchie ai lati. Il convento, a cui si accedeva dall'omonima via, ha un portale in piperno murato. All'interno si intravedono gli archi e le lesene del porticato del piano terra. La struttura oggi è un edificio privato ed è in cattive condizioni. 


Santa Maria della Consolazione 


Proseguendo per Via della Consolazione si arriva all'ultima tappa della visita, a Via Maria Longo vicino Porta San Gennaro.


Chiesa di San Francesco dei Cocchieri


Interno di San Francesco dei Cocchieri 



La chiesa fu fondata dalla Congrega dei Cocchieri nel XVII secolo. Molto bella la facciata con un portale in piperno del 600 con timpano triangolare spezzato che racchiude l'edicola contenente le campane. Sormontato da un timpano semicircolare. Sulla facciata si trova un capitello votivo dedicato a San Francesco d'Assisi dove gli abitanti del quartiere non fanno mai mancare i fiori. L'interno della chiesa è stato restaurato di recente ed è ad aula unica con tre altari. 


Maria Grazia Pirozzi 

Antonio Cirillo 


Gennaro Aspreno Galante, Guida Sacra alla città di Napoli. Stamperia del Fibreno, Napoli 1872


Renato Ruotolo in Napoli Sacra. Guida alle chiese della città. Elio de Rosa Editore, Napoli 2010 pp130-131


Armando Terminio in,  Napoli Sacra. Guida alle chiese della città. Elio de Rosa Editore, Napoli 2010 pp 139-140