Il Convento di San Sebastiano

Il convento di San Sebastiano.


Il monastero di San Sebastiano fu istituito dall'imperatore Costantino, origine sostenuta da una epigrafe del 300 presente nella chiesa. Nel V secolo, in un' antica domus romana, fu costruito un tempio in onore dei Santi Sebastiano, Oriaco, Ermete e Pancrazio, dove poi  entrarono i monaci basiliani e poi quelli benedettini. La regina Giovanna I d'Angiò ordinò che nel monastero, ormai decaduto per il ridottissimo numero di frati, vi andassero le monache domenicane di San Pietro a Castello (nei pressi di Castel dell'Ovo). 


Il. Monastero di San Sebastiano in un disegno di Raffaele D'Ambra 



La chiesa di San Sebastiano dopo i bombardamenti del 6 maggio 1941


Dopo un periodo di oblio il monastero ebbe una rinascita, quando arrivò nel. 1456 Francesca Orsini, duchessa di Sessa Aurunca che ampliò il complesso. Tra il XV e il. XVI il complesso fu allargato a nord e vi fu aggiunto un altro chiostro in stile rinascimentale. I restauri del XVI secolo fuori eseguiti da Giuseppe Nuvolo. La pianta della chiesa è ellittica con cupola rivestita da embrici maiolicati. Nel 1807 le monache furono cacciate dai Francesi. Dal 1828 il monastero fu chiamato Collegio dei Nobili retto dai Gesuiti e dal 1861 divenne liceo classico Vittorio Emanuele. La chiesa divenne l'aula magna del Convitto. Il complesso ebbe dei forti danni dai bombardamenti del 5 e 6 maggio 1941 quando la cupola crolló. Del complesso è rimasto quasi intatto il chiostro oggi integrato nel complesso del Convitto Nazionale. 


Chiostro del Monastero di San Sebastiano 

Il chiostro del monastero si trova oggi all'interno del Convitto Nazionale. Medievale e di piccole dimensioni, ha 25 colonne realizzate con materiali di epoche diverse dal tardo impero al teso romanico, a volte decorate con affreschi raffiguranti uccelli e fiori. In origine il chiostro aveva un solo piano oggi un secondo ordine di epoca successiva in cui sullo stipite di una delle porte, una lunetta in marmo a bassorilievo raffigura Dio benedicente. Opera del XV secolo attribuita a Tommaso Malvito forse facente parte di un monumento funebre andato perduto. L'accesso alla chiesa era garantito da un cortile in Via San Sebastiano. La pianta della chiesa era ellittica con 6 cappelle per ogni lato più il presbiterio con l'altare maggiore. Tra i dipinti presenti nella chiesa vi erano opere del Marullo, importanti paraste marmoree che si possono ancora ammirare in Santa Maria della Stella, dove furono trasferiti per riarredarla in quanto un incendio del 1944 la distrusse gravemente. 



Maria Grazia Pirozzi 


Carlo Celano, Notizie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli. Edizioni dell'anticaglia, Napoli 2000