La Chiesa di Maria la Bruna di Lanciasino

La chiesa di Santa Maria la Bruna a Lanciasino 


La chiesa di Santa Maria la Bruna in Lanciasino, si trova al confine tra Secondigliano Arzano e Casavatore, essa è un edificio di culto di epoca rinascimentale il più importante dell'antico villaggio di Lanciasino, ora è in un forte stato di degrado e di abbandono. Essa rappresentava i  tre casali di Napoli confinanti tra loro : Secondigliano, Arzano e Casavatore. Forte testimonianza artistica e storica del culto mariano, essa inglobava il casale di Lanciasino, la cui storia è del tutto ignorata o poco nota. Della fondazione della chiesa si conosce molto poco, la si incontra imboccando Via del Cassano nei pressi della rotonda di Arzano. La chiesta è stata al centro di vari progetti e tentativi di recupero e valorizzazione da parte di varie associazioni del territorio. Essa è l'unica testimonianza architettonica di stile rinascimentale di Secondigliano. Sulle sue origini si trovano pochi documenti, datati dal 1515 in poi anche se le sue fondamenta risulterebbero molto probabilmente resti di un tempio pagano che si trovava nell'antico villaggio di Lanciasino.. Del villaggio si ha notizia dalla quindicesima  edizione tenuta nell'anno quarantasettesimo, forse più probabilmente nell' anno quarantaunesimo ossia dal 1017,dagli imperatori Basilio il Bulgaroctono e Costantino VIII. 




Chiesa di Santa Maria la Bruna di Lanciasino 


Questo villaggio forse deve il suo nome alla forma dialettale "Lancia in Seno" in riferimento al culto della Madonna Addolorata raffigurata appunto con le spade che le trafiggino il petto. Esso era un piccolo centro abitato indipendente e dedito alla agricoltura e alla racconta e alla lavorazione  del lino e cotone che fu aggregato al vicino casale di Secondigliano, oggi qui si trova il Rione dei Fiori. La cinquecentesca chiesa di Santa Maria la Bruna fu un importante luogo di culto per gli abitanti vicini e meta di pellegrinaggi, per molti secoli e attiva fino agli anni 60 del 900.



Chiesa di Santa Maria la Bruna in Lanciasino 


Nel 1978 la Curia di Napoli la sconsacró e la vendette per 10 milioni di lire ad un privato che la adibí a deposito. La chiesa cadde in disuso divenendo dimora per i senzatetto e discarica abusiva a cielo aperto. Nell'aprile del 1997 a seguito di molte denunce da parte di associazioni impegnate nel recupero del sito, l'Ufficio Centrale per i Beni Archeologici, Artistici e Storici intervenne con un decreto ai sensi della legge 1029 del 1939 sulla tutela delle cose di interesse storico-artistico. Nonostante ciò la situazione della chiesa non è migliorata. 


Chiesa di Santa Maria la Bruna di Lanciasino 


Di essa oggi resta la facciata in pietra che conteneva un rosone ormai caduto, una nicchia classica che forse ospitava un affresco, due archi, uno a lato che affiancava il portone di ingresso, il campanile in stile rinascimentale su tre livelli le cui campane sono state trafugate. All'interno i pavimenti policromi sono stati molto danneggiati dall'acqua piovana come anche l'immagine della Madonna Bruna e gli angeli, il pulpito in marmo è eroso. Le decorazioni del soffitto e alcuni capitelli in marmo di trovano a terra creando una poltiglia polverosa che ricopre l'intero pavimento. Su questa chiesa esistono varie leggende popolari che raccontano due curiosità. La prima narra che in questa chiesa in uno squarcio di pavimento, furono ritrovate delle ossa, forse qui c era un ossario comunale. Si narra che da questa chiesa provengano sibili delle anime purganti che chiedono di avere una degna sepoltura. L'altra leggenda è legata ad un fatto storico. Si dice che tra le benefattrici delle chiesa ci fosse la madre di Corradino di Svevia, Elisabetta di Baviera devota alla Madonna Bruna.