La Chiesa di Santa Caterina della Spina Corona e la Fontana delle Zizze

La chiesa di Santa Caterina Spina Corona e la Fontana delle "Zizze" 



La chiesa di Santa Caterina della Spina Corona si trova in Via Guacci Nobili, nei pressi del Corso Umberto a Napoli. Fu costruita nel 1354 per volontà dei nobili del Seggio del Nilo che la dedicarono a Santa Caterina. Nel corso dei secoli, data la presenza di una grande comunità ebraica nella zona, la chiesa fu usata anche come sinagoga, per poi ridiventare chiesa grazie ad un restauro del 1625 su progetto di Giovan Ambrogio Mazenta, come è ricordato dal l'epigrafe vicino all'ingresso. La chiesa era sede della Congregazione del Corpo di Cristo e fino al 1968 dell'Arciconfraternita di S. Maria della Purificazione sorta nel 1621. Il toponimo Spina Corona deriva dal fatto che si pensava che all'interno della chiesa fosse custodita una spina della corona di Cristo. L'edificio fu restaurato nel XIX secolo ma della struttura originaria non è rimasto quasi nulla tranne il portale medievale in marmo. L'interno è a pianta quadrata a tre navate con altari del 700 e alcuni dipinti raffiguranti la Crocifissione, Santa Caterina e San Francesco sormontati da simboli della congrega come il calice, l'ostia e il drappo di Santa Caterina. 


Chiesa di Santa Caterina Spina Corona 


Interno della Chiesa di Santa Caterina Spina Corona 


Nei pressi di questa chiesa si trova la cosidetta Fontana delle "Zizze" in cui è raffigurata la sirena Parthenope nella sua versione originale con ali e zampe di uccello, costruita su ordine di Don Pedro de Toledo nel 1498. Alcuni storici antichi sostenevano che qui ci fosse una fontana che risaliva ad un'epoca più antica, ma questa resta una tesi controversa. Dai seni di Parthenope zampillano getti di acqua che si riversano sull'alto rilievo del Vesuvio scolpito più giù ai piedi del quale una viola simboleggia la musica elemento caratterizzante della sirena. Un'iscrizione in latino : "Dum Vesevi Syrena Incendia Mulcet", oggi sparita, incitava la Sirena a spegnere il fuoco del Vesuvio. Sembra che Don Pedro de Toledo avrebbe espresso il desiderio con la dolcezza gli ardori del vulcanico popolo napoletano. Ma il popolo non sembrò aver colto la metafora perché hanno sempre chiamato questa fontana la Fontana delle "Zizze". Forse Don Pedro de Toledo non sapeva più quale santo pregare per placare  il Vesuvio era ancora attivo. La sirena che si trova su questa fontana è una copia dell'originale esposta alla Certosa di San Martino. 



La Fontana delle "Zizze" 


La Fontana delle "Zizze" 


Particolare della Fontana, Parthenope 


Omero racconta che le tre sirene, dopo aver fallito il tentativo di far naufragare Ulisse, si lasciarono annegare, il corpo senza vita di una di queste Parthenope, viene trasportato dalle correnti marine sull'isolotto di Megaride (dove sorge il Castel dell'Ovo). I coloni greci eressero una  tomba per la sirena per accogliere le spoglie della sirena "vergine", la parola greca parthénos significa vergine e diedero così il nome alla città fondata nei pressi del monumento funerario della sirena. La devozione per la sirena fu tale che a Napoli in suo onore furono dedicate festività e giochi ginnici. La sirena accompagnava secondo la credenza popolare, i defunti nell'oltretomba dopo aver ammaliato i moribondi con il suo canto. È una donna - uccello, prima di diventar donna-pesce nel Medioevo e come tutti gli uccelli cela presagi con il proprio canto. Nell'immaginario popolare le parti del corpo disteso della sirena si trovano in tre quartieri della città: Piedigrotta, Caponapoli e il Nilo, il cosiddetto "Corpo di Napoli". 


Maria Grazia Pirozzi 


Vincenzo Regina, Le chiese di Napoli. Newton & Compton, Roma 2004


Valerio Ceva Grimaldi, Maria Franchini, Napoli insolita e segreta. Sagrafic 2014