La Trombetta Della Vicaria e La Colonna Infame

La trombetta della Vicaria e la colonna infame



Il quartiere della Vicaria Vecchia è di origine normanna situato allo sbocco di Via Tribunali. Anticamente il quartiere era chiamato come a "A via de chianche" per la presenza di molte macellerie nel quartiere (in napoletano chianca, dal latino planca "panca"), perché prima la carne veniva esposta e sezionata su panche di legno. Il quartiere è situato a ridosso del centro antico di Napoli e si espandeva tra Forcella (Via Vicaria Vecchia) e la zona al di qua e al di là di Porta Capuana e Castel Capuano, sede del vecchio tribunale fatto trasferire qui da Don Pedro de Toledo, marchese di Villafranca del Bierzo, viceré di Napoli tra dal 1532 al 1553. Questi riunì il tribunale a Castel Capuano tra il 1537 e il 1543, fino al 1535 la giustizia civile e penale del vicereame napoletano veniva amministrata in luoghi diversi. La Gran Corte della Vicaria si trovava in un edificio della Vicaria Vecchia a Forcella, il Sacro Consiglio nel chiostro di Santa Chiara e la Real Sommaria nella casa del marchese del Vasto. 




Castel Capuano 


Una parte di Castel Capuano divenne carcere giudiziario sia per i nobili che per il popolo. Diviso in tre livelli, il piano ammezzato era riservato ai nobili, il piano terra a criminali comuni mentre i sotterranei agli elementi peggiori. Oggi il nuovo quartiere della Vicaria più noto come il Vasto, chiamato così perché qui il marchese del Vasto aveva delle proprietà ma più probabilmente perché il termine Vaston era la corruzione del termine  Guasto, per i guasti come incendi e saccheggi, operati dai vari invasori  nella zona a ridosso di Porta Capuana. Il quartiere nuovo nacque dopo il Risanamento, nel 1885 quando a Napoli l'anno precedente ci fu una violenta epidemia di colera. Con l'attuazione delle leggi che prevedevano l'espansione verso la zona orientale, furono costruite abitazioni di carattere popolare realizzate da cooperative di ferrovieri e privati. Su questo quartiere esiste un detto popolare "A trumbetta da  Vicaria ", il detto popolare si riferisce ad una persona pettegola che diffonde e sparla di avvenimenti che sarebbe più opportuno tacere. Ma da dove ha origine questo detto popolare? In origine con il termine "trombetta" si indicava il banditore che, partendo dal tribunale della Vicaria leggeva i bandi emanati dalla Gran Corte delle Vicaria fermandosi in vari punti della città, attirava l'attenzione suonando la trombetta. 



La Colonna infame


Un' altra storia relativa a questo quartiere è quella della colonna infame, una colonna in marmo bianco posta davanti alla porta principale del Castel Capuano. Questa era chiamata infame perché legata ad un'usanza particolare. Quando un uomo  non poteva onorare i suoi debiti, veniva costretto a salire sulla a cima della colonna e ad abbassarsi i pantaloni e mostrare le natiche alla folla. L'umiliazione però non finiva, dopo essersi denudato, il malcapitato doveva pronunciare l'espressione "Cedo bonis " che significava "Scendo tutti i miei beni". Questa pratica oltre a ridicolizzare la persona era utile per convincere i creditori del fatto che il debitore si sarebbe impiegato attivamente a regolare nel tempo più breve possibile la propria situazione. Fu Don Pedro de Toledo a rendere questa pratica meno mortificante, sostituendola con una più semplice. Il malcapitato esponeva il capo scoperto al cospetto dei creditori. Con Carlo di Borbone la colonna fu abbattuta, ma la base venne utilizzata come ceppo mortuario per esibire i corpi dei condannati e di coloro che erano morti tragicamente. La colonna è conservata ora al Museo della Certosa di San Martino, da qui l'intercalare del dialetto napoletano "Mannaggia a cullonna nfame". 


Antonio Cirillo 

 


Valerio Ceva Grimaldi, Maria Franchini, Napoli insolita e segreta. 2014



La trombetta della Vicaria e la colonna infame



Il quartiere della Vicaria Vecchia è di origine normanna situato allo sbocco di Via Tribunali. Anticamente il quartiere era chiamato come a "A via de chianche" per la presenza di molte macellerie nel quartiere (in napoletano chianca, dal latino planca "panca"), perché prima la carne veniva esposta e sezionata su panche di legno. Il quartiere è situato a ridosso del centro antico di Napoli e si espandeva tra Forcella (Via Vicaria Vecchia) e la zona al di qua e al di là di Porta Capuana e Castel Capuano, sede del vecchio tribunale fatto trasferire qui da Don Pedro de Toledo, marchese di Villafranca del Bierzo, viceré di Napoli tra dal 1532 al 1553. Questi riunì il tribunale a Castel Capuano tra il 1537 e il 1543, fino al 1535 la giustizia civile e penale del vicereame napoletano veniva amministrata in luoghi diversi. La Gran Corte della Vicaria si trovava in un edificio della Vicaria Vecchia a Forcella, il Sacro Consiglio nel chiostro di Santa Chiara e la Real Sommaria nella casa del marchese del Vasto. 




Castel Capuano 


Una parte di Castel Capuano divenne carcere giudiziario sia per i nobili che per il popolo. Diviso in tre livelli, il piano ammezzato era riservato ai nobili, il piano terra a criminali comuni mentre i sotterranei agli elementi peggiori. Oggi il nuovo quartiere della Vicaria più noto come il Vasto, chiamato così perché qui il marchese del Vasto aveva delle proprietà ma più probabilmente perché il termine Vaston era la corruzione del termine  Guasto, per i guasti come incendi e saccheggi, operati dai vari invasori  nella zona a ridosso di Porta Capuana. Il quartiere nuovo nacque dopo il Risanamento, nel 1885 quando a Napoli l'anno precedente ci fu una violenta epidemia di colera. Con l'attuazione delle leggi che prevedevano l'espansione verso la zona orientale, furono costruite abitazioni di carattere popolare realizzate da cooperative di ferrovieri e privati. Su questo quartiere esiste un detto popolare "A trumbetta da  Vicaria ", il detto popolare si riferisce ad una persona pettegola che diffonde e sparla di avvenimenti che sarebbe più opportuno tacere. Ma da dove ha origine questo detto popolare? In origine con il termine "trombetta" si indicava il banditore che, partendo dal tribunale della Vicaria leggeva i bandi emanati dalla Gran Corte delle Vicaria fermandosi in vari punti della città, attirava l'attenzione suonando la trombetta. 



La Colonna infame


Un' altra storia relativa a questo quartiere è quella della colonna infame, una colonna in marmo bianco posta davanti alla porta principale del Castel Capuano. Questa era chiamata infame perché legata ad un'usanza particolare. Quando un uomo  non poteva onorare i suoi debiti, veniva costretto a salire sulla a cima della colonna e ad abbassarsi i pantaloni e mostrare le natiche alla folla. L'umiliazione però non finiva, dopo essersi denudato, il malcapitato doveva pronunciare l'espressione "Cedo bonis " che significava "Scendo tutti i miei beni". Questa pratica oltre a ridicolizzare la persona era utile per convincere i creditori del fatto che il debitore si sarebbe impiegato attivamente a regolare nel tempo più breve possibile la propria situazione. Fu Don Pedro de Toledo a rendere questa pratica meno mortificante, sostituendola con una più semplice. Il malcapitato esponeva il capo scoperto al cospetto dei creditori. Con Carlo di Borbone la colonna fu abbattuta, ma la base venne utilizzata come ceppo mortuario per esibire i corpi dei condannati e di coloro che erano morti tragicamente. La colonna è conservata ora al Museo della Certosa di San Martino, da qui l'intercalare del dialetto napoletano "Mannaggia a cullonna nfame". 


Antonio Cirillo 

 


Valerio Ceva Grimaldi, Maria Franchini, Napoli insolita e segreta. 2014