Materdei: La storia e I suoi edifici

Materdei: La storia ed i suoi edifici



Materdei è un rione di Napoli sito a metà tra la parte alta della città (Vomero) e Via Santa Teresa degli Scalzi. Il nome deriva dalla chiesa di Santa Maria a Materdei. La parte del quartiere  che va verso Via Santa Teresa degli Scalzi è appartenente al quartiere Stella mentre quella verso la linea 1 della metro è quartiere Avvocata. Il nome del quartiere deriva dalla chiesa di Santa Maria a Materdei. Da Piazza Scipione Ammirato (la piazza della metro linea 1) ci si dirige verso il cuore del quartiere, la parte più antica, imboccando Via Materdei ci si trova nella Piazzetta Materdei dove di trovano la chiesa di Santa Maria a Materdei e Palazzo Medici. 


Chiesa di Santa Maria a Materdei 




Interno della chiesa di Santa Maria a Materdei 





Piazza Scipione Ammirato 







La chiesa di Santa Maria a Materdei fu fondata da padre Agostino de Jullis appartenente all'Ordine dei Serviti o Servi di Maria nel tardorinascimento.  Nel 1587 e nel corso dei) secoli, il complesso fu ampliato. Tra i più importanti ampliamenti è da ricordare quello di epoca barocca con Tagliacozzi Canale (1720), di questi interventi oggi sono rimasti due portalini. Nel XIX secolo, con la soppressione degli ordini monastici, divenne caserma. Nel 1852 la chiesa fu riaperta subendo un altro rimaneggiamento assumendo così l'aspetto attuale. I dipinti al suo interno sono andati quasi tutti persi tranne La Madonna del Rosario olio su tavola della seconda metà del XVII secolo posta sull'altare maggiore. Dal 1852 è diventata parrocchia per volere del cardinale Riario Sforza con il titolo di Santa Maria dell'amore. Ad una sola navata con volta a botte lunettata con strutture decorate in stile neoclassico come la facciata, pseudo transetto con cupola a scodella ai cui lati si aprono le cappelle. Di fronte la chiesa abbiamo Palazzo Medici, costruito alla fine del XVI secolo dalla famiglia Medici un ramo cadetto della famiglia fiorentina. Il primo proprietario del palazzo, un rampollo dei Medici, ricco professionista, originario di Giugliano, vendette il palazzo medesimo al marchese di San Giovanni, Vincenzo Blanco, il palazzo subì solo nel Settecento ristrutturazioni ed ampliamenti, e quasi sicuramente, durante il periodo del Sanfelice. 


Palazzo Medici 





Portale di Palazzo Medici 






Elemento di spicco è la scala interna con decorazioni e affreschi nelle volte. Il Chiarini, curatore dell'edizione ottocentesca del Celano, riferisce che nell' appartamento del marchese di San Giovanni che ereditò il palazzo, vi era una vera e propria pinacoteca con importanti dipinti tra cui La Sacra Famiglia di Raffaello, tre quadri di Mattia Preti e tele di Salvator Rosa e Giovanni Lanfranco. A sinistra del palazzo si imbocca Vico Medici e da qui girando sulla destra ci troviamo su Vico Lungo Sant' Agostino. In questo vicolo si trova la chiesa di Sant' Agostino degli Scalzi. La chiesa, detta anche Santa Maria della Verità, sorge nel rione Materdei a ridosso del quartiere Stella. Erroneamente si è ritenuto che la sua origine derivasse da una piccola edicola detta Santa Maria all'Oliva per la presenza di ulivi nella zona. Tuttavia testimonianze storiche ci indicano che i due edifici sacri erano posti in due luoghi diversi: Cesare d'Engenio Caracciolo riporta che questa edicola sorgeva dove oggi si erge la chiesa di San Potito. La storia della chiesa inizia quando il consigliere Scipione de Curtis, accusato di gravi reati contro il re di Spagna, si recò a pregare presso l' edicola di Santa Maria all'Oliva affinché fosse scagionato dalle accuse e in caso di grazia avrebbe fatto erigere un edificio sacro. Ottenuta la grazia, fece appunto costruire la chiesa, posta di fronte al Palazzo Carafa duca di Nocera dove poi sarà ospitato il convento dei Carmelitani Scalzi. 





Vico Lungo Sant' Agostino degli Scalzi 



Chiesa di Sant' Agostino degli Scalzi 



Il de Curtis volle che l' effige della Madonna dell' Oliva fosse collocata nella nuova chiesa, dedicata alla Madonna della Verità. La chiesa fu eretta da Giovan Giacomo di Conforto nel 1608 e consacrata nel 1653. Fu restaurata dopo i terremoti del 1688 e 1694 dal Guglielmelli, nel 1751 Astarita ne fece il pavimento. Durante il Decennio Francese, per costruire Corso Amedeo di Savoia, la chiesa si trovò più in alto rispetto alla nuova strada.











Interno della Chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi 


 Poco dopo l' Unità d' Italia, il complesso fu sottratto agli Agostiniani e incamerato nei beni statali. Nel 2000 sono iniziati i lavori di restauro architettonico e del recupero delle opere e dal 2008 è stata riaperta al culto. A navata unica con stucchi e cupola del tardo XVII secolo opera del Vaccaro che intervenne nella chiesa dal 1684. La balaustra e l' altare maggiore furono realizzata dal Ghetti. Nelle cappelle laterali, tre per ogni lato,vi sono tele dello Stazione, Vaccaro, Di Maria, Marullo e Giacinto Diano,alcune di queste conservate al Museo di Capodimonte. Nella sacrestia nelle lunette ci sono affreschi dei primi anni del XVII secolo con Storie dell' Ordine Agostiniano. Nell' ipogeo c' erano i corpi dei religiosi, oggi solo una piccola parte del monastero è utilizzata dai padri agostiniani. 


Maria Grazia Pirozzi 


Vincenzo Regina, Le chiese di Napoli. Newton & Compton Editore, Napoli 2004.


Ileana Creazzo, In Napoli Sacra. Guida alle chiese della città. Elio de Rosa Editore, 2010 pp 838-843


Carlo Celano, A cura di Giovanni Battista Chiarini, Notizie del bello, dell' antico e del curioso della città di Napoli. 1860