La Pignasecca è Palazzo Trabucco

La Pignasecca e Palazzo Trabucco 


La Pignasecca si trova Piazza Carità, la stazione di Montesanto, Via Toledo e la parte nord dei Quartieri Spagnoli ed è uno dei luoghi più suggestivo della città di Napoli, dove si svolge uno dei mercati più antichi della città. Anticamente la zona era di proprietà della famiglia Pignatelli di Monteleone il cui palazzo è situato in Piazza del Gesù ed era conosciuta con il nome di Biancomangiare derivante da un tipo di meringa che qui si produceva. Nell' attuale  Piazza Montesanto c:era anticamente un ippodromo realizzato durante il Vicereame Spagnolo. Ci sono due ipotesi sull'origine del nome di questa zona che risalgono.al 500. La prima narra che a causa della costruzione di Via Toledo, i terreni agricoli presenti nella zona furono distrutti e si questi rimase solo un albero di pino ( in napoletano.pigna) che si seccó dando così il nome alla Pignasecca. La seconda invece racconta che qui vi fosse una folta pineta popolata da molte gazze. Un giorno uno di queste gazze rubò l' anello al vescovo di Napoli mentre amoreggiava con la sua perpetua. Questi per vendetta scomunicó tutte le gazze della pineta  che dopo qualche tempo seccó dando così il nome al luogo. 






La Pignasecca e il suo mercato



La Pignasecca 



Qui si trova uno dei più noti mercati della città che fu descritto da Matilde Serao nel suo libro il Ventre di Napoli in questo modo:



«Tutto il quartiere della Pignasecca, dal largo della Carità, sino ai Ventaglieri, passando per Montesanto, è ostruito da un mercato continuo. Ci sono le botteghe, ma tutto si vende nella via; i marciapiedi sono scomparsi, chi li ha mai visti? I maccheroni, gli erbaggi, i generi coloniali, le frutta, i salami, e i formaggi, tutto, tutto nella strada, al sole, alle nuvole, alla pioggia; le casse, il banco, le bilancie, le vetrine, tutto, tutto nella via; ci si frigge, essendovi una famosa friggitrice, ci si vendono i melloni, essendovi un mellonaro famoso per dar la voce: vanno e vengono gli asini carichi di frutta; l’asino è il padrone tranquillo e potente della Pignasecca.


Qui il romanzo sperimentale potrebbe anche applicare la sua tradizionale sinfonia degli odori, poiché si subiscono musiche inconcepibili: l’olio fritto, il salame rancido, il formaggio forte, il pepe pestato nel mortaio, l’aceto acuto, il baccalà in molle. Nel mezzo della sinfonia della Pignasecca, vi è il gran motivo profondo e che turba; la vendita del pesce, specialmente del tonno in pieno sole, su certi banchi inclinati.»


Questo rione è stato raccontato anche attraverso la musica da due cantautori napoletani. Nel 1977, Pino Daniele nel suo album Terra Mia incise un brano su Fortunato Bisaccia, conosciuto come Fortunato il tarallaro, una delle figure storiche della Pignasecca, noto in tutta la città. Nel 1987 Eduardo Bennato fece un videoclip che fu quasi completamente girato nella Pignasecca. Alla fine di questa strada, in via San Liborio si trova un palazzo nobiliare, il Palazzo Trabucco. L'  edificio è adiacente ad un altro palazzo nobiliare, Palazzo Mastelloni e fu costruito da Nicola Tagliacozzi Canale nel 1732.






Palazzo Trabucco 




Particolare della scala aperta di Palazzo Trabucco 



Il palazzo ha cinque piani con una decorazione in stile barocco che anticipa lo stile rococò. La facciata è imperniata sul portale in piperno che ha realizzato Antonio Saggese, la rosta del portale è stata sostituita con quella originale a riccioli e foglie. La struttura del palazzo è impostata con lo schema portale-vestibolo-cortile dove sullo sfondo in prospettiva si notano le scale aperte con tre sequenze di archi decorati con lesene e capitelli in stucco con foglie mentre le aperture maggiori hanno una sporgenza in piperno che funge da balcone. 





Maria Grazia Pirozzi 


Matilde Serao, Il Ventre di Napoli. Milano, 1884


Donatella Mazzoleni, I palazzi di Napoli. Arsenale Editrice, Napoli 2000


Gaetana Cantone, Napoli barocca. Napoli- Laterza 2002