L Arenella e Le Fate Delle 2 Porte

L' Arenella e le Fate delle Due Porte 



Il quartiere Arenella fa parte della quinta municipalità della città di Napoli insieme al quartiere Vomero, confinante ad ovest con Soccavo, a nord con Chiaiano e ad est con il quartiere Stella e Avvocata. Secondo alcune fonti l'origine del nome è da ricondursi  al fatto che uno dei suoi nuclei più antichi di questo quartiere, era utilizzato come una piccola arena dove in passato si svolgevano incontri, mercati e manifestazioni religiose. Secondo il Celano la denominazione era dovuta ai detriti arenosi provenienti dalla collina dei Camaldoli trasportati dall'acqua piovana. Questo luogo, prima del XX secolo, era isolato e non aveva grandi insediamenti abitativi, tranne dal 600 con le dimore di vacanza della nobiltà. Erano presenti solo due nuclei abitativi: l' Arenella e le Due Porte. Le vie di accesso a questo luogo erano ripide e percorribili  solo a dorso di mulo. 



Arenella in dipinto dell'800 


Veduta dell'Arella 






L'urbanizzazione del quartiere era già prevista nei piani del Risanamento ma per carenza di fondi, I lavori di urbanizzazione iniziarono solo nel 1926. Il nucleo della nuova sistemazione aveva la forma a raggiera. Prima della seconda guerra mondiale fu realizzata l'ossatura dell'impianto viario ma poche costruzioni abitative. Il nuovo rione Arenella si sviluppò nel 1930 con la costruzione di nuove strade e palazzi. Sempre in questo quartiere si trova Salita Due Porte, un luogo caratterizzato da stradine suggestive e scorcI molto particolari, la salita parte da via Domenico Fontana. Qui si narra ci fossero delle fate, infatti proprio qui c'era un vicolo chiamato delle Fate. Il luogo è chiamato delle Due Porte proprio per la presenza di due porte che in realtà sono due archi. Attraversando l' arco di sinistra si entra in Vico delle Fate, oggi chiamato Arco di San Domenico, mentre quello di destra porta a Vico Molo alle Due Porte. 




Le Due Porte all' Arenella 



Salita Due Porte all' Arenella 




Le fate che abitavano qui in realtà non erano fate bensì le lavandaie del Vomero chiamate fate perché alcuni sostenevano che fossero magiche dato che avevano il potere di far tornare  splendenti le vesti, usando la cenere di legna e olio di gomito. La versione più accreditata del perché queste donne fossero chiamate così e quella legata alla loro bellezza si diceva infatti che fossero particolarmente avvenenti. 



Santa Maria Coeli alle Due Porte



Sempre in questo borgo si trova una piccola chiesetta del 600. La chiesa fu fatta erigere da una nobildonna appartenente alla famiglia di Costanzo, donna  

 Isabella, che in questo luogo aveva la sua casa di villeggiatura. La donna notó che gli abitanti del luogo, per assistere alla messa domenicale, erano costretti a fare molta strada a piedi attraversando sentieri ripidi e tortuosi. Per tale motivo fece erigere questa chiesa in modo da  dare agli abitanti del borgo un luogo di culto. L'ultimo erede della famiglia di Costanzo ha lasciato tutto in gestione alla Deputazione di San Gennaro che ne ha poi a sua volta affidato la gestione ai Fratelli Templari, all' interno della chiesa vi sono i sarcofagi della famiglia di Costanzo e adiritura di alcuni cavalieri templari. 



Maria Grazia Pirozzi 



Antonio la Gara, Vomero. Storia e storie. Guida Editore, Napoli 2004